La Via Francigena nel Vercellese

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Consigli utili per affrontare un tratto di Via Francigena nel Vercellese tra suggestive risaie e città storiche

Sin dall’antichità il Piemonte è stata una terra di passaggio, ha visto transitare mercanti, eserciti e pellegrini che attraversavano l’Italia con l’intento di raggiungere la città di Roma. Nell’anno Mille i pellegrini che percorrevano la Via Francigena scendevano dalla Valle d’Aosta e dalla Val Susa si ricongiungevano tra Santhià e Vercelli. In questi territori i luoghi sacri rappresentavano i punti strategici e, spesso, godevano di esenzioni dal pedaggio. Oltrepassata la città di Torino, seguendo il corso del Po, si percorreva la strada consolare verso Piacenza fino a Chiavasso. Da qui l’itinerario proseguiva verso le terre del Vercellese, antiche zone paludose, oggi trasformate in produttive risaie.
Camminare nel tratto della Via Francigena nel territorio del vercellese significa attraversare un territorio pianeggiante, immersi nella natura piemontese, tra le suggestive risaie e affascinanti città storiche.

Non solo, tutti pellegrini che percorrono questo tratto potranno godere dei piatti tipici della cucina locale, buon vino e di un’ottima accoglienza.

⚠️ Attenzione, in alcuni tratti, il percorso non è segnalato, è assolutamente necessario utilizzare la app ufficiale della Via Francigena per orientarsi. È fortemente consigliato scaricare la mappa dal momento che in alcune zone non c’è la connessione. La segnaletica può includere segnavia bianchi e rossi o gialli con il simbolo del pellegrino.

1° TAPPA | Castell’Apertole (Livorno Ferraris)

La frazione Castell’Apertole è situata nella zona cosiddetta delle “Grange”, piccola frazione del comune di Livorno Ferraris. I pellegrini che attraversano il territorio di Livorno Ferraris, trovano una zona prevalentemente pianeggiante, passando nelle campagne coltivate a riso. Il percorso si snoda tra rogge e canali, testimoni dell’importante sistema di irrigazione della zona.

Un punto di riferimento importante nel territorio è la Tenuta Colombara, della famiglia Rondolino, nata inizialmente come ostello per viandanti e con il tempo è stata avviata la coltivazione del riso. Nel 1992 inizia la coltivazione del Riso Acquerello e viene costituita una nuova riseria con tecnologie all’avanguardia. Oggi, l’azienda agricola storica ospita il Museo La Risaia, dedicato alla storia della coltivazione del riso e al duro lavoro delle mondine (lavoratrici stagionali impiegate nelle risaie, spesso vivevano condizioni di lavoro sfavorevoli lavorando tante ore in un ambiente malsano).

Museo della Risaia: visitabile su prenotazione contattando il numero 0161477832.

RISO ACQUERELLO
La Tenuta Colombara rappresenta un'eccellenza nella produzione di riso Carnaroli grazie alla sua storia, alle tecniche di lavorazione uniche e al profondo rispetto per la tradizione risicola locale. La Tenuta non è solo un luogo di produzione, ma anche un custode della cultura del riso nel Vercellese. La Tenuta produce la varietà di riso Acquerello che si distingue per le sue particolari tecniche di lavorazione.

ℹ️ Se volete provare la varietà di riso Acquerello, coltivato nelle tenuta La Colombara, potete prevedere una sosta nel risotrante che si trova a pochi metri dalla tenuta. Vi consiglio di provare il piatto tipico della tradizione vercellese: la panissa preparata con la varietà di riso acquerello.

Cos'è la panissa?
È un tipico risotto diffuso in Piemonte. Il piatto si prepara con il riso della varietà Arborio, Baldo, Sant'Andrea, Maratelli e altre, fagioli della qualità tipica coltivata a Saluggia o a Villata, cipolla, vino rosso Barbera, lardo, salam d'la duja, sale.

DOVE MANGIARE sulla Via Francigena nel Vercellese
📍TENUTA LA COLOMBARA

DOVE: Frazione Colombara, 1, 13046 Livorno Ferraris (VC).
CONTATTI: 0161 421087
Tipica osteria che propone piatti della tradizione piemontese in un ambiente informale. Immersa nell’atmosfera suggestiva delle risaie del Vercellese. Il posto perfetto per provare la panissa con il riso acquerello.
* La tenuta ospita i pellegrini in cammino sulla Via Francigena.

Chiesa San Giovanni Battista alla Colombara

Nei pressi della tenuta si trova l’antica chiesa di San Giovanni Battista alla Colombara, consacrata nel 1571. La chiesa non è più parrocchia. Oggi, è uno dei luoghi del FAI.

Superata la tenuta La Colombara si affronta un tratto di cammino sterrato che si alterna a tratti asfaltati fino a raggiungere le recinzioni della centrale Galileo Ferris di Leri Cavour, nel territorio di Trino.

2° TAPPA | Leri Cavour

La seconda tappa del nostro cammino sulla Via Francigena nel Vercellese, passa a Leri Cavour una delle grange vincolate all’Abbazia di Santa Maria di Lucedio. La grangia, oggi abbandonata, un tempo era proprietà di Camillo Benso di Cavour che la trasformò in un’azienda agricola all’avanguardia. Cavour appassionato ed esperto di idraulica ideò quello che divenne il più grande sistema di distribuzione delle acque irrigue, che culminò nella costruzione del Canale Cavour. Nel 2020 venne fondata l’Associazione Leri Cavour che si occupa di risollevare le sorti del borgo.

Cos'è una grangia?
La grangia è un'organizzazione agricola nata nel XII secolo grazie ai monaci cistercensi, in collaborazione con i contadini, solitamente era legata a un'abbazia. Le grange avevano in genere la struttura di una cascina, con un cortile centrale e fabbricati per abitazioni, stalle, magazzini, officine; potevano ospitare una cappella e servire anche come ospizio per i monaci anziani e i malati.

3° TAPPA | Darola

Il cammino della Via Francigena nel Vercellese attraversa il territorio di Castelmerlino fino alla grangia con maggiore superficie a risaia del territorio, la Tenuta Darola. All’interno della grangia si trova la settecentesca chiesa di San Giacomo realizzata da Carlo Antonio Castelli e conserva un’icona della Vergine Maria e una Natività dipinta dal domenicano Luigi Francesco Savoia.

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4° TAPPA | Trino sulla Via Francigena nel Vercellese

Se avete deciso di percorre la Via Francigena in bicicletta potreste considerare di fare una sosta, percorrendo l’antico tracciato che collega Saluggia a Vercelli, e fermarvi una notte a Trino nel suggestivo Hotel Il Convento. L’Hotel a gestione familiare è un luogo ricco di ricordi e tradizioni, fatevi raccontare dalla proprietaria la storia della struttura, sono certa che ne rimarrete affascinati.

Assolutamente da provare la cucina del Ristorante Massimo che si trova all’interno dell’hotel. Qui ho assaporato alcuni dei piatti più buoni della tradizione piemontese.
Vi consiglio di provare: il vitel tonnè, uno dei miei piatti preferiti, la panissa e il bonet (un dolce piemontese a base di uova, zucchero, latte, cacao e amaretti). Inoltre, non potete lasciare il Piemonte senza aver assaggiato un bicchiere di Barolo, che nasce nelle colline delle Langhe ed è considerato uno dei migliori vini italiani.

DOVE DORMIRE sulla Via Francigena nel Vercellese
📍TRINO | HOTEL IL CONVENTO

DOVE: Via Hermada 3A – 13039 Trino (VC)
CONTATTI: +39 0161 805181 | info@ilconventoditrino.com

COSA TROVATE: un suggestivo hotel resort che offre nelle sue tredici stanze un riposo confortevole in ambienti di rustica eleganza e moderno comfort.

CAPPELLINA: la cappellina dei pellegrini dedicata a Santa Chiara di Assisi è sempre aperta.

📍RISTORANTE MASSIMO
CONTATTI: +39 0161 805181

ORARI:
da Lun. a Ven. dalle ore 12:00 alle 14:00 e dalle ore 19:30 alle 21:30
Sab. dalle ore 19:30 alle 21:30 (solo cena)
Dom. dalle ore 12:00 alle 14:00 (solo pranzo)
Prenotazione obbligatoria

Bosco della Partecipanza

Il Bosco della Partecipanza di Trino è un luogo davvero speciale del Vercellese, con una storia affascinante e una gestione unica nel suo genere. Si può considerare un monumento vivente di una forma di gestione comunitaria unica e secolare, e un elemento fondamentale dell’identità culturale di Trino.

L’unicità del Bosco della Partecipanza risiede nella sua gestione collettiva e secolare. La “Partecipanza” è un’antica istituzione agraria di origine medievale (risalente al XIII secolo) che regola l’uso civico del bosco. La proprietà del bosco è comune tra le famiglie originarie di Trino che ne hanno ereditato il diritto di “partecipare”. Questo diritto si trasmette di padre in figlio.

Le flora e la fauna del bosco
Si estende per circa 600 ettari e rappresenta uno degli ultimi lembi di bosco planiziale (di pianura) rimasti nella Pianura Padana. Questi ambienti un tempo erano molto più diffusi, ma l'espansione agricola li ha ridotti drasticamente. Il bosco è caratterizzato da una grande biodiversità, con una varietà di specie vegetali tipiche delle zone umide e dei boschi misti di latifoglie, come querce, farnie, olmi, pioppi e ontani.

Ospita una fauna ricca e diversificata, tra cui diverse specie di uccelli (anche migratori), mammiferi come volpi, lepri, daini (reintrodotti), anfibi e insetti. È un'area importante per la conservazione della biodiversità locale.

Strettamente legata alla particolare gestione collettiva del Bosco della Partecipanza di Trino sorge la Guglielmina una cascina con una storia probabilmente secolare. La Guglielmina rappresenta un pezzo di storia rurale e un elemento importante del patrimonio culturale di questo luogo unico. La cascina è stata edificata nel 1903, totalmente ristrutturata nel 2005, offre la possibilità di soggiornare, immersi nella natura, per di scuole, gruppi organizzati e famiglie nell’ambito del turismo ambientale.

DOVE: Via Vercelli, 3, 13039 Trino VC
CONTATTI: +39 0161 828642 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.00) | info@partecipanza.it

Sevizi e attività: ospitalità, matrimoni, didattica e vendita della legna

Abbazia di Santa Maria di Lucedio

Una piccola deviazione dall’itinerario tradizionale porta all’Abbazia di Santa Maria di Lucedio. Nel 1123 alcuni monaci cistercense, provenienti dall’abbazia francese di La Ferté, si insediarono nel territorio rendendolo fertile e produttivo, disboscando, dissodando e sfruttando la ricchezza d’acqua che consentì la coltivazione del riso.
Da questa grangia abbaziale ne ebbero origine altre: Darola, Castelmerlino, Leri, Montarucco, Montarolo, Ramezzana, Pobietto e Montonero. L’Abbazia originaria fu riedificata nel 1766 e dal 1787 prese il titolo di Santissima Vergine Maria.

Oggi, è possibile visitare il complesso attraverso visite guidate. Inoltre, molte delle sale vengono impiegate per l’organizzazione di eventi.

Degustazioni di riso! 
All'interno del complesso è possibile assaporare alcuni dei piatti tipici della tradizione locale, ovviamente a base di riso! Da provare assolutamente: la panissa con la varietà di riso Carnaroli e un bicchiere di Barolo.

Vendita di prodotti tipici se volete portare a casa i prodotti dell'azienda (riso, farine, legumi, biscotti e grissini di riso e altro) è possibile visionare tutto sul sito web principatodilucedio.it dove troverete persino le ricette per preparare a casa ottimi piatti a base di riso.
Abbazia-Santa-Maria-Lucedio

DOVE: Frazione Lucedio, 8, 13039 – Trino (VC)
CONTATTI: +39 0161 81519 | info@principatodilucedio.it

5° TAPPA | Ronsecco

Il cammino porta a Ronsecco un piccolo borgo rurale nel cuore del Vercellese, la storia del borgo affonda le radici nel Medioevo, fortemente legato alla tradizione agricola del riso. Il santuario della Madonna del Viri Veri, tappa imprescindibile della Via Francigena nel Vercellese, rappresenta un importante punto di riferimento religioso e storico per la comunità.
Da vedere: la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, patrono di Ronsecco e il santuario della Madonna del Viri Veri.

Santuario del Viri Veri

Il santuario del Viri Veri eretto alla fine del Cinquecento, sorge tra le suggestive risaie del Vercellese. Il suo nome particolare, Viri Veri, affonda le radici nell’antica denominazione della zona, Villae Veteris, che significa “villaggio vecchio”. Secondo la tradizioni la popolazione fu liberata dal colera grazie all’intercessione della Vergine Maria, per questo la statua dell’Assunta presente in santuario è oggetto di grande devozione.

La devozione alla Madonna del Viri Veri si manifesta in particolare durante la festa principale, che si celebra il 15 agosto, in concomitanza con la solennità dell'Assunzione di Maria Vergine.
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6° TAPPA | Lignana

Costeggiando la chiesa parrocchiale di Ronsecco si prosegue il cammino sulla Via Francigena nel Vercellese, prevalenza di tratti di strada asfaltata. All’arrivo su piazza Garibaldi ad accoglierci la bella facciata in stile neoclassico della chiesa parrocchiale di San Germano. La chiesa è dedicata a San Germano d’Auxerre, un vescovo vissuto tra il IV e il V secolo.

L’interno della chiesa è a tre navate scandite dalle colonne quadrangolari, ai lati del transetto si trovano la cappella della Madonna del Rosario e quella delle Anime del Purgatorio. Sul coro si trova una pregevole tavola che rappresenta la Madonna fra i santi e altri personaggi tra cui la famiglia Corradi committente dell’opera.

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7° TAPPA | Vercelli

Il cammino si articola tra i borghi di Casalrosso e Larizzate fino all’arrivo nella suggestiva città di Vercelli. Nella pianura padana, sulle rive del Sesia, circondata da zone pianeggianti e ricche di corsi d’acqua e canali, sorge la città di Vercelli. Il patrono della città è Sant’Eusebio primo vescovo del Piemonte. Sant’Eusebio di Vercelli fu conosciuto per la sua grande devozione alla Vergine Maria. Secondo la tradizione durante un viaggio in Terra Santa riportò una statuetta della Madonna Nera che oggi si trova al santuario della Madonna di Oropa, del quale è considerato il fondatore.

Vercelli è una delle principali città d’arte del Piemonte in quanto custodisce un ricco patrimonio artistico, architettonico e, soprattutto, religioso.

Abbazia-sant-andrea-vercelli

Per saperne di più: cosa vedere nella città di Vercelli sulla Via Francigena

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*post in collaborazione con ALT TERRE DELL’ALTO PIEMONTE

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